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![]() Cosa c'è di speciale nell'essere un coach? Da quando, nel 2009, ho completato il percorso per diventare coach (anche se non si finisce mai di imparare!), la mia vita è diventata un susseguirsi di attività mirate a edificare le persone. Cosa vuol dire? Il più delle volte ognuno di noi si trova a affrontare grosse rotture interiori che, se trascurate, possono portare a un graduale deperimento emozionale. Ho scoperto in prima persona quanto il coaching sia un veicolo fenomenale non solo per raggiungere i tuoi obiettivi, ma per ritrovarti e ricostruirti da quelle rotture. Non solo. Chi è passato per esperienze forti o dolorose, spesso può aggiungere un grande valore a chi le passa a sua volta. E ti accorgi che mentre condividi e estendi a altri quello che tu hai imparato, tu stesso continui a consolidare quello che hai conquistato. Sei passato anche tu per qualche esperienza che ti ha messo alla prova e da cui hai tratto comunque un profondo giovamento? Oppure, sai di poterlo trovare ma non sai come fare? Ci tengo a dirti che tutto quello che hai passato non è invano, ma può trasformarsi in un tuo super potere. C'è un valore insostituibile nella tua esperienza di vita, che può trasformarsi in una professione ricca di passione e realizzazione. Se qualcosa dentro di te sta facendo "click" mentre stai leggendo questo post, ti invito a contattarmi per unirti al nostro intensive dal 1 al 5 luglio, in cui condividerò le metodologie per trasformare la tua esperienza di vita in una nuova professione. Scrivi a maria.acquarolicoaching@gmail.com o attraverso la mia pagina Facebook Maria Acquaroli Coaching
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"Chi sei nelle avversità?"
L'altro giorno stavo ascoltando un podcast di un coach severo, che non usa mezzi termini. Dopo solo pochi minuti, esordisce con una frase micidiale: "Se non stai facendo niente, non sei nessuno!" A chi si stava riferendo? Essendo un business coach, si stava rivolgendo a un pubblico di imprenditori che in questo periodo di chiusura a livello globale, stanno cercando soluzioni per rimettersi in gioco in modo efficace. Evidentemente una cosa che lo aveva fatto arrabbiare era stato sentire persone che avevano un atteggiamento di sconfitta, o che si erano lasciati andare, incrociando semplicemente le dita. Sebbene non sempre sia d'accordo con il suo modo di parlare e di fare, ho trovato questo pensiero positivamente provocatorio. Penso che sia opportuno chiedersi in questo momento: "Chi sono nelle avversità? Quanto mi impegno per progredire comunque e fare del mio meglio?" Stavo già lavorando persino più del solito per trasportare il mio materiale su piattaforme online, ma dopo questo scossone, ho sentito quanto grande sia questa opportunità per sfidarci ulteriormente. Forse non possiamo uscire ancora come vorremmo da questo lockdown, ma possiamo "uscire dalla nostra scatola, la nostra zona di conforto", come mai prima! . |
AutoreMaria Acquaroli Archivi
Maggio 2020
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